Quando si pensa al Carnevale, solitamente sono i mesi invernali, Febbraio in testa, ad essere presi in considerazione.
Eppure esiste un piccolo borgo in provincia di Pavia dove la festa in maschera si svolge due volte l’anno, sia in inverno che in estate.
Quello invernale si festeggia il giorno prima della domenica di Carnevale, quello estivo il 16 Agosto e viene denominato Carnevale bianco.
Il paesino di cui vi sto parlando è Cegni, frazione di Santa Margherita di Staffora; da anni lotta contro lo spopolamento e si affida alle tradizioni per riportare “a casa” tutti coloro che, per svariati motivi, sono dovuti partire.
Anche il Carnevale 2023 si prospetta all’insegna dell’accoglienza in questo borgo dell’Alto Oltrepò che, come ogni anno, metterà in scena il pittoresco matrimonio tra la Povera Donna e il Brutto per la gioia del pubblico che arriva dai.
Canti, danze tradizionali e buon cibo contribuiranno ad allietare questa simpatica parodia, rendendo il Carnevale di Cegni uno dei più caratteristici tra tutte le feste di Carnevale della Lombardia.
Indice
Tradizione delle quattro province
Il territorio delle Quattro province, che comprende parte delle province di Genova, Pavia, Alessandria e Vicenza, non è delimitato da confini geopolitici. Per essere precisi non esiste neanche un nome ufficiale che designi la zona che, tuttavia viene circoscritta dall’identità culturale delle popolazioni che la abitano.
Tipico delle Quattro province è il Ballo della Povera donna, un’antica danza che viene eseguita nelle feste tradizionali e che probabilmente nasce come rito funebre pre-cristiano. È accompagnata sempre dal suono del piffero e dovrebbe simboleggiare la morte e la resurrezione del carnevale.
In realtà la danza inscenata nel Carnevale di Cegni, riproduce una sorta di corteggiamento maldestro che spesso termina con la caduta dei figuranti. Si veste quindi di una sorta di comico erotismo, che ben si sposa col clima carnevalesco pur rifacendosi alle antiche tradizioni molto sentite dalla popolazione.
Storia del Carnevale di Cegni
Le origini del Carnevale di Cegni sono molto antiche.
Prima della Seconda Guerra Mondiale, le massaie del borgo, in occasione del Sabato Grasso, preparavano ravioli di carne per tutte le maschere di Carnevale che arrivavano nel paese e che si presentavano con una forchetta in tasca, consce dell’ospitalità della zona.
A quei tempi il Carnevale cominciava a prendere forma subito dopo l’Epifania, quando si passava, casa per casa, per raccogliere rimasugli di abiti, stoffe e stracci che sarebbero poi serviti per confezionare i costumi.
Il Sabato Grasso gli abitanti del paesino si riunivano in piazza fin dal primo mattino per dare il benvenuto agli ospiti provenienti dal circondario, ansiosi di assistere alla rappresentazione del matrimonio tra il Brutto e la Povera Donna.
Allora, la danza che suggellava il comico sodalizio terminava con la fuga della povera malcapitata, che cercava di nascondersi in una stalla. Purtroppo per lei, il suo promesso la trovava e, caricatala su una benna per il trasporto del letame, la portava a spasso per il paese.
Quando, nel secondo dopoguerra, la piccola frazione di Cegni cominciò a spopolarsi, anche le antiche tradizioni persero vigore. Solo negli anni ’70, dopo un lungo periodo di silenzio, le associazioni del posto decisero di riportare in vita quelle usanze che i pochi bimbi del paesello conoscevano solo attraverso le parole dei più anziani.
Poiché il Carnevale Invernale non permetteva, per impegni vari, a molti degli immigrati del luogo di prendere parte ai festeggiamenti, si decise di replicare la manifestazione nel mese di Agosto, precisamente il 16, il giorno in cui si festeggiava il patrono del luogo.
Su richiesta del parroco di allora, però, fu proibito l’utilizzo di maschere che coprissero il volto: per questo motivo tale carnevale estivo venne definito “Bianco” e ancora oggi in tal modo è conosciuto da tutti.
Su come sia nata la storia che sta alla base del Carnevale di Cegni non si hanno notizie certe.
Alcune versioni sostengono che la Povera Donna fosse una giovane e bella fanciulla del popolo, molto povera, di cui un vecchio, brutto ma decisamente ricco, si era invaghito. La ragazza, nonostante il pretendente non rientrasse nelle sue grazie, fu costretta ad accettarlo per volere dei suoi genitori.
Un’altra versione, invece, sostiene che il personaggio femminile dovesse rappresentare la moglie di un soldato che, prima di partire in battaglia, si finse morto per verificare quanto essa tenesse a lui. Solo davanti alla disperazione della donna dinanzi al finto cadavere, l’uomo, rinsavito, avrebbe smesso di recitare per danzare con lei.
Qualunque sia la vicenda che sta dietro il matrimonio inscenato non ha importanza, perché è il carattere goliardico-burlesco dell’intera messa in scena che prende il sopravvento durante la manifestazione. La bravura degli attori è ciò che può rendere il tutto più o meno appetibile al pubblico, al resto pensano i costumi, le danze, e le musiche che accompagnano ogni passo del Carnevale di Cegni, che ogni anno attira un numero sempre maggiore di spettatori.
Maschere del Carnevale di Cegni
Le maschere di Cegni hanno la caratteristica di non presentare volti mascherati, ma semplicemente truccati. Poiché tutto il rito rappresentato ruota intorno alla cerimonia che porterebbe al matrimonio tra il Brutto e la Povera Donna, rigorosamente rappresentata da un uomo, ricchezza e povertà vengono ben evidenziate dagli abiti dei partecipanti, dove tutto diviene parodia atta a strappare la risata
La Povera Donna indossa vesti umili, rigorosamente accompagnate da un grembiule, uno scialle e un fazzoletto, mentre il Brutto, che dovrebbe rappresentare la ricchezza, indossa abiti sgargianti ricolmi di fiocchi pacchiani e completati da un estroso cappello a cono.
Insieme a loro prendono parte alla farsa diversi personaggi. I Secondi Brutti, che sarebbero i genitori della sposa, si presentano anch’essi in vesti umili, ma con un cestino in mano dove trova spazio una gallina come dono di nozze.
I genitori dello sposo invece, i cosiddetti Terzi Brutti, ostentano il loro stato sociale con la ricchezza delle vesti. Accompagnano il figlio insieme ai testimoni o Arlecchini, che indossano camicie da notte femminili, bianche e ricamate, con cintura rossa in vita, calzettoni a righe e ingombranti cappelli di paglia stracolmi di fiori e nastri colorati.
Ad essi si aggiungono, per dare ulteriore visibilità e caratterizzazione al corteo nuziale, uomini e donne del paese con indosso i loro abiti tradizionali, pronti a danzare al suono del piffero e della fisarmonica che fanno parte integrante delle scene.
Il rito della festa in maschera
Fondamentali nel Carnevale di Cegni sono le danze e i canti tradizionali che accompagnano ogni passo della manifestazione.
Il pomeriggio del Sabato Grasso il corteo nuziale, con suonatori in testa, si raduna davanti alla casa della povera promessa sposa, dove i musicisti invitano la ragazza ad uscire .
Una volta fuori, viene trasportata, su una slitta di legno o una carriola, fino alla piazza principale, con tutto il corteo a seguito e il futuro sposo in groppa a un cavallo senza sella.
Arrivati alla meta comincia la contrattazione del matrimonio.
L’accordo raggiunto viene siglato da una buona tazza di vino all’osteria, dopodiché il futuro sposo cerca di conquistare la sua amata con il Ballo della Povera donna.
Il tutto terminerà con il matrimonio benedetto dal parroco che, con acqua e scopino, innaffierà tutti i partecipanti.
A questo punto il palco sarà a disposizione di tutti coloro che vorranno esibirsi al suono delle danze delle quattro province, che accompagneranno il pubblico anche durante l’abbondante cena a base di ravioli, salumi vari, e buon vino della zona.
Programma e Date del Carnevale di Cegni 2023
L’Edizione del Carnevale di Cegni sarà spettacolare grazie ad un calendario e ad un programma ricco di eventi. Come di consueto, sono previste le sfilate in maschera per le vie più importanti della città accompagnate dai gruppi musicali e da tanta buona musica.
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