Il Carnevale in Umbria ha una lunga tradizione che affonda le sue origini in tempi lontani.
Geograficamente la regione umbra è il cuore dell’Italia e si presenta tanto ricca di storia quanto ricca di bellezze naturalistiche che si alternano tra dolci colline e vallate fluviali.
Ogni città è uno scrigno da scoprire tra arte storia e tradizioni a cui si aggiunge il carnevale 2023 con il suo piglio di dolce follia.
Così le città diventano scenari per sfilate con carri allegorici, gruppi mascherati e scherzose battaglie tra rioni. Le armi più usate sono coriandoli e stelle filanti che con costumi multicolore rendono brillante ogni città.
Indice
Maschere del Carnevale in Umbria
Ogni regione ha la sua maschera tipica e le maschere del carnevale in Umbria sono ben cinque: Bartoccio, Nasotorto, Nasoacciaccato, Chicchirichella e Rosalinda.
La stravaganza è di norma e Bartoccio si presenta come un contadino benestante, indossa un farsetto scarlatto e un soprabito verde con pantaloni corti di velluto nero come le scarpe abbellite da grandi fibbie in argento. Caratterialmente rozzo, ma perspicace, bontempone ma saggio, festaiolo ma previdente, incarna virtù e difetti della società.
Il personaggio si presenta con una grossa radice sotto il braccio che brandisce come una spada al momento opportuno, facendo il verso con aria di caricatura e allusiva alle istituzioni parlando in dialetto perugino e distribuendo fogli con il testo delle sue bartocciate.
Si accompagna alla moglie Rosa, una bella contadina che esibisce una gran quantità di gioielli vistosi.
In onore di Bartoccio si svolgevano, per tradizione, tre settimane dedicate all’antica maschera perugina e originaria di Pian del Tevere. La maschera nasce nel Seicento circa e si caratterizza per le bartocciate, delle satire pungenti e impertinenti che hanno il compito di mettere in evidenza difetti e vizi della società e del governo. Il tutto avviene tra scherzi, balli, spettacoli e animazione con i teatrini di burattini.
Una menzione particolare la meritano Nasotorto, Nasoacciaccato, Chicchirichella e Rosalinda che nascono nella città di Avigliano il 1 febbraio 2015 con una solenne cerimonia pubblica e rappresentano rispettivamente i carnevali della Madonna delle Grazie, Sant’Egidio, Castelluzzo e Pian dell’Ara.
Nasotorto
Nasotorto ha origini miste da parte di padre e madre. Si presenta come un personaggio avaro, possidente e pieno di paure, è convito che esistano solo due tipi di persone: gli ingenui che sfrutta e compatisce e i bugiardi che invece evita. È avaro e rinuncia anche a riscaldarsi, per questo è sempre raffreddato e porta sempre un fazzoletto che sventola vezzosamente. È la rappresentazione del padre o dell’orco, dell’autorità, della legge, delle consuetudini sociali.
Nasoacciaccato
Nasoacciaccato è uno spirito libero e furbo, non ama avere vincoli e obblighi di nessun tipi. La sua paternità è incerta, ma grazie alle doti di affabulatore e alla sua grande intelligenza è capace di farsi ben volere dagli altri. Gira sempre con il suo bastone a cui è appeso un fagotto in cui sono racchiusi i suoi averi ed è alla ricerca di qualcuno da imbrogliare e proprio per questo riesce a litigare spesso con gli altri. Spesso in compagnia di Chicchirichella, suo amico, ma anche rivale in amore per Rosalinda. Rappresenta l’eroe imbroglione.
Chicchirichella
Chicchirichella, con la sua bella famiglia, si presenta esuberante e creativo, ma anche eccentrico e divertente. Vive di musica, quando è ispirato e si accompagna al liuto e ad una piuma che orna il suo cappello. Non ha regole ed è innamorato di Rosalinda che contende con l’amico Nasoacciaccato che incontra nell’osteria in cui sono soliti ubriacarsi. Rappresenta il vagabondo che non vuole impegnarsi e che non si rende conto dei propri limiti.
Rosalinda
Rosalinda si presenta con la sua vivace famiglia come una ragazza affascinante, gentile, ma anche furba. Grazie al suo fascino è capace di attirare attenzioni maschili e pilotare a suo favore l’amore. È una lontana parente di Nasotorto e spera nella sua eredità. Poco incline a perdere la sua libertà, è sempre indecisa tra i suoi spasimanti Chicchirichella e Nasoacciaccato. Si pone come personaggio positivo e dal carattere forte che fa delle relazioni sociali e della comunicazione i sui punti di forza ed è in grado di trasmettere emozioni; la contraddistingue il ventaglio.
Dolci di Carnevale in Umbria
Ogni festa che si rispetti ha il suo aspetto goloso. I dolci di carnevale in Umbria sono adatti a soddisfare ogni palato.
Da gustare in famiglia o nelle occasioni di convivialità, sono preparati con ingredienti buonissimi.
Frappe, castagnole, ravioli, cialde e strufoli, cicerchiate e surici sono la varietà di dolci che offre la gastronomia umbra in occasione del carnevale e sono tutti fritti in abbondante strutto e conditi con zucchero, colate di miele, mistrà, alchermes.
Le frappe sono delle strisce di pasta dolce tirata sottile e a volte annodate a forma di fiocco per poi essere fritte e ricoperte di zucchero a velo o miele. Una variante delle frappe sono le girelle, preparate con sfoglia di pasta arrotolata e a volte farcita con pinoli e uvetta che si lascia asciugare, per tenere la forma, si tagliano delle girelle che vengono fritte in olio o strutto. Mentre a Marsciano si preparano le cialde di pastella preparata con vinsanto, marsala e mistrà, cotte sui piani di ghisa che ogni famiglia si tramanda e arrotolate a forma di cornucopia.
Le castagnòle morbide o castagnòli, sono delle palline di pasta preparate con impasto che si presenta molle ed è fatto a con farina, uova, zucchero, lievito in polvere, mistrà. Il nome deriva dalla forma dei dolci, simile a quella delle castagne. Particolare attenzione è posta nella cottura che avviene con la frittura, poichè per essere perfettamente cotte, devono risultare dorate in modo omogeneo. Dopo essere state asciugate su carta assorbente possono essere condite con miele o di zucchero e alchermes.
Molto golosi si presentano i ravioli dolci farciti con ricotta, zucchero, cannella e noce moscata.
E per gli amanti del miele ci sono gli struffoli, tipici di Perugia e simili ai castagnoli, con dimensioni più grandi e impasto più tenero completamente intrisi di miele.
Ancora protagonista è il miele con la cicerchiata, una piramide di palline di pasta dolce fritte e tenute insieme proprio dal miele. Il nome deriva dalla cicerchia, legume chiaro e dalla forma tondeggiante. Simile alla cicerchiata è il surice melato di Norcia che si prepara con miele caldo lasciato cadere sulla pasta fritta. Il nome deriva dai filamenti che si formano con il miele che si rapprende e li rende simili a code di topo.
Chiude la carrellata dei dolci di carnevale in Umbria la crescionda, preparata esclusivamente a Spoleto. Ci sono diversi modi di prepararla e la più antica prevede l’uso di pangrattato e del brodo di pollo unito allo zucchero, formaggio pecorino con cioccolato fondente. Attualmente si prepara la crescionda di mele con farina di mais, latte, cioccolato e amaretti che creano un dolce morbido e aromatico.
Carnevale di Spoleto 2023
Il Carnevale di Spoleto 2023 ha origini lontane, come le tradizioni della città e nel quale convogliano usanze e folklore e spirito d’innovazione.
L’atmosfera scherzosa e festante coinvolge tutti i partecipanti e i visitatori che invadono le vie del centro. Famiglie e gruppi si mascherano con abiti di varia foggia e colori e non importa che siano sontuosi e non, l’importante è partecipare alla festa più fantasiosa dell’anno.
L’attrazione principale sono i carri allegorici che in tredici, percorrono le strade del centro a partire dal primo pomeriggio della penultima domenica di carnevale, per poi replicare la domenica che precede il Martedì Grasso, giorno che per tradizione conclude i festeggiamenti carnevaleschi.
Le fantasiose creazioni sono relative ai rioni della città; seguono i gruppi mascherati a cui partecipano anche le associazioni, le parrocchie e le scuole.
Carnevale di Foligno 2023

Il Carnevale di Foligno 2023 ha origini antiche risalenti al 1542 ad opera dei frati Olivetani di Mormonzone. Nasce come festa popolare in contrapposizione alle feste nobiliari che si svolgevano nei palazzi aristocratici e anticamente si tenevano sfilate di carri ornati di frasche e fiori, trainati da buoi, accompagnati da gruppi di tutte le età che cantavano e ballavano suonando pifferi e trombette.
Questa manifestazione durò fino al Seicento, momento in cui venne soppressa dalle autorità religiose.
La tradizione carnevalesca venne ripresa nel ‘700, quando le maschere iniziarono ad assumere funzione sociale e fornendo una valvola di sfogo nei periodi di crisi e identificando Sant’Eraclio a “luogo del Carnevale”, poiché solo in questo rione era concesso mascherarsi.
Successivamente la Mascherata al quale partecipavano maschere che da sole o a gruppi organizzavano scherzi, caratterizzò il carnevale fino alla Seconda Guerra Mondiale, durante il quale furono proibite le maschere per motivi politici e portarono all’inevitabile sospensione della manifestazione che riprese nel 1954 con sfilate di carri allegorici con numerosissima affluenza ed un’esigua presenza di esperti che videro una vita breve del carnevale espresso in questo modo.
Il 1960 vede la costituzione del Carnevale dei Ragazzi organizzato da un comitato che coinvolgeva poche persone e si ritrovava per creare insieme un impasto di divertimento, musica, folclore, spettacolo concentrati nell’arco di tre domeniche.
La manifestazione, arrivata alle attuali generazione nasce negli anni Settanta con la realizzazione dei carri allegorici realizzati dai quattro rioni della città, al quale partecipano dal 1983 i primi Gruppi Mascherati che costituiscono l’anima del carnevale.
Dal 2001 il “Comitato Carnevale dei Ragazzi” diventa “Associazione di Volontariato Carnevale dei Ragazzi di S.Eraclio” alias Carnevale dei Ragazzi che di anno in anno si arricchisce di spettacoli e iniziative che coinvolgono davvero tutti tra suoni, balli e piogge di coriandoli in una serie di immancabili appuntamenti che vanno dalla penultima domenica di Carnevale fino al Martedì Grasso.
Carnevale di Acquasparta 2023

Il Carnevale di Acquasparta 2023 non vanta una tradizione storica, ma ormai è diventato un appuntamento fisso per la cittadina umbra.
La manifestazione nasce negli anni Ottanta e dopo una piccola battuta d’arresto, è uno dei carnevali di riferimento della regione.
I protagonisti principali sono i bambini che si colorano, e mascherano con travestimenti di ogni foggia e genere, spaziando dalle maschere della tradizione a quelle più attuali.
Non mancano le fantasiose creazioni dei carri allegorici che hanno ampia scelta nei temi, spaziando dalla satira alla fantasia e creando sempre molta attesa fino alla sfilata, per la segretezza dei soggetti sempre realizzati in carta pesta.
Le sfilate sono composte di carri e gruppi mascherati che animano le vie del centro con musica, balli e tanta allegria in un periodo che occupa le ultime tre domeniche del Carnevale.